Santuario della Madonnina
Via Madonnina, 4A, 46039 Villimpenta MN
Telefono: 0376/667119





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Storia



La pieve fu costruita verso la fine del 1400 sul luogo di una più antica cappella.
Venne demolita nel 1692 e rifabbricata l'anno seguente per volontà di Pietro Galilea nella forma attuale.
All'interno, sopra la porta maggiore, era murata una lapide con lo stemma gentilizio della famiglia Galilea che recava l'iscrizione: "Petri Galilea impensis et aedes et ara in Deiparae honorem funditus aerectae Anno Domini MDCIIIC".

Venne trasformata in lazzaretto nel 1630 per la peste di manzoniana memoria, ma il 31 maggio 1632, festa di Pentecoste, don Giovanni Respighi istituì una processione dalla parrocchia al Santuario, allora detto del Frassine.
Nel 1901 venne di nuovo adibita a lazzaretto per l'esplodere di un'epidemia di vaiolo. Terminato il contagio, dopo essere stata disinfettata e imbiancata (i banchi furono bruciati), venne riaperta al culto per il rinnovo della sagra annuale.

La chiesa è stata sin da tempi remoti luogo di fervida devozione mariana.
Processioni con grande concorso di popolo, con preghiere e penitenze, furono compiute nei periodi di siccità e di carestia.
Il 29 luglio 1946 la statua della Vergine fu trasportata dal Santuario alla Parrocchiale per ringraziare della benigna protezione negli anni cruenti della seconda guerra mondiale.

L'edificio fu ristrutturato nel 1870, nel 1893, nel 1955 e nel 1976.








Scrive Don Penoni (parroco
1891-1911):
"Villimpenta doveva fin dall'inizio del sec. XV possedere tanto tesoro, avvocata potente, dolce consolatrice, sicuro rifugio nelle aspre prove
e specie nelli (...) lutti della vita".
E più sotto
"I figli di questa terra provate le 100 febbri della vita e gli innumerevoli disinganni, a suoi piedi ritornarono sempre a rinfrancare la propria fede, tanto che il culto pietoso e consolante dopo vari secoli apparisce tutt'ora fresco
e d'una vita rigogliosa e vegeta".
(Penoni 1891-1911, APV, pag. 82)






Preghiera

 
O Maria, limpidissima fonte di purezza e di bellezza,
 Tu che, in mezzo ai più cocenti calori estivi,
facesti cadere sul colle Esquilino prodigiosa neve,
nei più forti calori delle nostre passioni,
fa piovere sul nostro capo abbondante rugiada celeste,
per cui, ravvivati nello spirito,
possiamo liberamente camminare
per le vie della santa e divina legge.


O Maria, giglio ammirabile di castità,
che nella notte del 5 agosto
ti compiacesti di apparire in sogno al papa Liberio
e ai due vecchi e nobili romani Giovanni e sua moglie,
indicando loro di edificarti un Tempio nel luogo della neve caduta,
umilmente ti preghiamo di esserci sempre vicina
per indicarci il retto cammino nell’oscura notte di questo mondo,
affinché vivendo sempre in grazia,
siamo noi pure templi viventi del nostro Dio.


O Maria, Madre amabilissima,
tu che per mezzo della neve caduta
desti a Giovanni, patrizio romano, e a sua moglie
chiari segni di gradire e accettare la loro eredità,
dal trono dove siedi gloriosa alla destra del Figlio,
volgi pietosa lo sguardo su di noi, figli tuoi,
ed accetta le nostre suppliche che con cuore umile e contrito,
da questa valle di lacrime, ti innalziamo.

O Maria, Madre purissima che,
nel Tempio a te consacrato sotto il titolo di Madonna della Neve,
hai operato e operi tuttora tanti miracoli a vantaggio del popolo cristiano,
noi pure, qui raccolti ai tuoi piedi,
col medesimo bel titolo ti onoriamo,
fiduciosi di ottenere da te il miracolo di tutti i miracoli:
la conservazione della fede nei nostri cuori
e l’accrescimento delle vere virtù cristiane.


Madonna della Neve prega per noi.


Foto e testi tratti da

Villimpenta. Terra di confine

 ed. Sometti,  2003